“This time is different” si intitola il libro di Reinhart e Rogoff del 2009 che analizza 8 secoli di follia finanziaria. Una ricerca fatta su 66 paesi, 5 continenti e appunto, 8 secoli di economia… per scoprire che in realtà le crisi finanziarie si possono considerare riti universali di passaggio.

Con la crisi generata dal Covid-19 la storia si ripeterà o sarà diverso?

Cosa ci lascia questa crisi? Torneremo alla normalità?

Come dice il professor Crespi: sicuramente torneremo ad una nuova normalità! Un cambio di paradigma, con abitudini, modi di lavorare, di comunicare, di acquistare completamente diversi.

Premetto che questo come tutti i miei articoli è un estratto dalle mie newsletter precedenti. Quindi molti concetti sono solo abbozzati e alcuni possono apparire provocazioni. Sicuramente lasciano spazio alla necessità di approfondire.

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Riprendiamo l’analisi di questa crisi generata dal Coronavirus e di come cambiano gli scenari da considerare per una buona strategia di investimenti e soprattutto per una efficace tutela patrimoniale.

Cosa sta cambiando?

La globalizzazione ha probabilmente raggiunto il suo picco e stiamo assistendo ad una diversificazione nelle catene produttive.

Si comincia a dare maggiore importanza alla provenienza delle cose a favore del “made in local” o per noi italiani del “made in Italy”. Questo fenomeno è stato accelerato dalla recente crisi COVID-19.

C’è inoltre un’accelerazione dei trend tecnologici.

Si acquista di più on line e con carte di pagamento. Per non parlare del lavoro e dello studio da casa.

Stiamo assistendo ad un rilancio della “agenda Green” e del “capitalismo morale”

In particolare, se guardiamo all’umore degli investitori italiani scopriamo che l’incertezza è strutturale in materia di scelte finanziarie.

Spaventati dalla possibilità di una tassa patrimoniale che non si sa come e quando potrebbe calare come una scure sulla testa o meglio, sui conti degli italiani, ben il 16% si dice disposto a disinvestire, anche in perdita, per sostenersi economicamente.

Italiani pentiti

Secondo una recente indagine di Columbia Threadneedle Investments

il 65% degli italiani intervistati
si è detto pentito delle decisioni finanziarie fatte prima del COVID-19

inoltre il 31% ha realizzato quanto sarebbe importante avere un piano finanziario per il futuro; l’11% ha capito di avere un orizzonte di investimento troppo breve; il 40% di non aver diversificato bene.

Quindi adesso che fare? Da dove partire?

Serve una buona pianificazione e per farla occorre una prima una analisi delle reali esigenze. Per questo vi invito a contattarmi in privato chiedo@salottifinanziari.info per una consulenza personalizzata.

Voglio in ogni caso darvi un’idea di come procedere per studiare un piano finanziario efficace per le proprie esigenze.

Progettare un piano finanziario

Per cominciare facciamoci un selfie!

Sì, proprio come per fare una bella foto di noi stessi, prima facciamo attenzione al soggetto:

quanti siamo in famiglia, quanto guadagniamo, quanto spendiamo in famiglia, qual’è il totale delle risorse in entrata e il totale delle uscite.

Allarghiamo poi lo sguardo al contesto: quanto ammonta la ricchezza accumulata (banche, poste, “sotto il materasso”, oro e preziosi…); quanto vale la mia casa, quella in montagna, quella al mare (soprattutto quanto mi costa fiscalmente e quanto il mantenimento annuo…)

Guardiamo oltre: quali sono i miei obiettivi?

Dove voglio far studiare i miei figli (studiare all’Università Bocconi di Milano costa circa €50.000 all’anno e per qualunque altra Università costa almeno €10.000)

Conosco la mia pensione futura?

Che stile di vita vorrei avere tra 5 o tra 10 o tra 20 anni?

Vorrei vivere nella stessa casa o avere la stessa macchina oppure fare le stesse vacanze…?

Come faccio a realizzare concretamente i miei sogni in base alle possibilità di oggi?

Ho un’idea dei costi che sostengo e di quanto riesco a risparmiare?

Soprattutto: sto usando gli strumenti giusti?

Se ad esempio risparmio per gli imprevisti (per il “non si sa mai”), invece di accantonare soldi potrei raggiungere la stessa tutela attraverso una copertura assicurativa!

Se possiedo troppi immobili rispetto al resto del mio patrimonio o se i costi di mantenimento degli immobili erodono una parte cospicua dei miei risparmi, devo cercare di metterli a reddito o di diminuirli rispetto al valore complessivo del mio patrimonio. Altrimenti gli immobili rischiano di diventare una zavorra che non mi permetterà di avanzare di un metro.

E il denaro? È ancora in conto?

Ormai tutti dovremmo sapere che non è il posto migliore per tutelare il nostro patrimonio:

L’inflazione è già una imposta patrimoniale!

Questa affermazione ritorna spesso nelle frasi all’inizio degli incontri di consulenza personale. È un mantra irresistibile. Un disco rotto.

Avete ben presente cosa succede ai nostri soldi “sotto il materasso”: 100.00 euro cosa diventano?

Tabella perdite per inflazione negli anni

Tabella perdite per inflazione negli anni

Questo significa che non possiamo fare nulla? No.

Solo serve davvero fare una analisi attenta ed obiettiva e poi è necessario costruire un progetto, un piano per il proprio futuro.

Per una Consulenza privata scrivetemi in privato chiedo@salottifinanziari.info

Ecco come costruire un piano d’emergenza passo dopo passo

Dopo aver scattato la fotografia ed averla analizzata bene dobbiamo necessariamente fare delle scelte minime.

Costruire un fondo di riserva a 6-12 mesi. In altre parole, accantonare ciò che dovrebbe permettermi di vivere un perdiodo di 6-12 mesi senza problemi economici. Sia per sé stessi a livello privato, ma ancora più importante se imprenditore, per l’azienda. Ad esempio, accantonando progressivamente il TFR dei dipendenti (cosa che dovrebbe sempre essere fatta). Avendo accantonato il TFR, alcuni imprenditori nelle settimane di “lock down” hanno potuto liquidare un anticipo del TFR ai dipendenti, in attesa della effettiva erogazione della Cassa Integrazione. Inoltre in caso di necessità avremo già da parte la liquidità necessaria per far fronte a licenziamenti sia richiesti che indotti da un crisi. Accantonare il TFR potrebbe fare la differenza, sia per dare continuità all’azienda sia per avere la migliore gestione del rapporto azienda-dipendente.

Predisporre coperture assicurative e sanitarie. Pensiamoci: è molto più conveniente spendere poco in una assicurazione annua che mi copra nel caso di infortuni, danni, o quant’altro, piuttosto che accantonare fisicamente il capitale che potrebbe essermi necessario per arrivare allo stesso scopo! Il resto lo posso usare per altro!

Pensare a rendite alternative. Se perdo il lavoro o se il settore della mia azienda subisce un rallentamento per vari motivi, è importante avere anche la possibilità di costruirmi delle entrate che provengono da fonti diverse.

Controllare e considerare la quantità e la qualità delle rendite immobiliari. Un immobile per mantenere la sua redditività non può essere abbandonato a sé stesso. Ha bisogno di cure costanti altrimenti perde di valore. Occorre aver ben presente se vale tenere un immobile e soprattutto come si deve man-tenere. Soprattutto occorre non esagerare con la percentuale di immobili presenti nel portafoglio. Riflettiamo: se il proprio capitale è composto al 90% di immobili, il 10 % di liquidità è sufficiente per mantenerli in buono stato?

Ora farò alcuni esempi sintetici ma questi concetti meritano un approfondimento.

Vi invito scoprire che tipo di investitore siete con il “Questionario emotivo dell’investitore” anonimo.

Per una Consulenza privata potete scrivermi in privato chiedo@salottifinanziari.info

Allora, come detto, procediamo per “flash”.

Investire in titoli di Stato?

Certamente la società e il mondo del lavoro intorno a noi, non sono proprio come prima…anche quello che rendono i soldi non è lo stesso di prima… proviamo a dare un’occhiata ai rendimenti governativi internazionali nelle diverse scadenze. Vi ricordate quando negli anni ’90 c’erano i Bot al 18%? Guardate ora

Tabella rendimenti governativi titoli di stato

Tabella rendimenti governativi titoli di stato

 

Investire in case e immobili

Allora certamente è meglio una casa! Sicuri? Osserviamo l’indice dei prezzi delle abitazioni negli ultimi 10 anni…

Tabella indici prezzo case 2010-2019

Tabella indici prezzo case 2010-2019

Forse è meglio dare ascolto ai proverbi: “chi non risica non rosica”. Ma è proprio vero (su base storica) che al crescere del rischio il rendimento cresce linearmente?

Il rischio ed il rendimento negli investimenti

Senza volere smontare i pilastri delle credenze comuni, riporto un semplice grafico di fonte Vanguard che mette in confronto il Rischio e il Rendimento

Tabella confronto rischio e rendimento negli investimenti

Tabella confronto rischio e rendimento negli investimenti

Il grafico, basato su dati storici 1926-2016 per il mercato americano, dimostra che più si accetta il rischio, ovvero più ci si sposta verso un portafoglio composto da azioni, più la volatilità dei possibili rendimenti aumenta, ma il rendimento medio cresce anch’esso (il valore % all’interno dei grafici). Con un portafoglio composto solo da obbligazioni, avremo una minore variabilità dei rendimenti ma anche un rendimento medio più basso. Allora abbiamo trovato “la quadratura del cerchio”!

Non proprio: perché il problema è che il grafico si ferma al 2016! Se consideriamo la situazione attuale, specie in Europa, dove i tassi negativi sui titoli più sicuri la fanno da padrone, come abbiamo visto proprio all’inizio, è facile intuire che la parte sinistra del grafico sia oggi irrealizzabile.

Quindi che fare?

Abbiamo introdotto il concetto di rischio. Ma cosa significa per te rischio?

La risposta più comune è: “il rischio è che ci perdo!”

Dare una definizione è difficile e dipende da fattori soggettivi. Forse è più importante comprendere dove sta veramente il rischio, e quando esso si manifesta veramente.

Riprendo gli esempi per spiegare meglio questo concetto:

Se tengo i soldi sotto il materasso, l’unica certezza è che sarò più povero…

Se compro una casa, il suo valore potrebbe scendere…

Se investo in titoli di stato, posso perderci nel caso in cui fossi costretto a venderli prima della scadenza…

 

Però se diversifico i rischi si riducono…!

Se investo in indici azionari internazionali il valore del mio investimento non andrà mai a zero…

Se pianifico e non mi faccio prendere dal panico sono già a metà dell’opera…

Se ho un consulente, magari è meglio!

Lo conferma l’indagine tra gli italiani condotta da Columbia Threadneedle Investments: il 61% degli intervistati dice pentito delle scelte fatte prima di Covid-19.

Per questo sono a disposizione con la Consulenza privata: scrivimi a chiedo@salottifinanziari.info

Parola magica DIVERSIFICAZIONE!

Non c’è sfera di cristallo e non ci sono previsioni vincenti, come accade per quelle del meteo a 3 mesi…

Però metodo e raziocinio fanno la differenza. Se si riesce a non farsi prendere dall’emotività dei diversi momenti. Una cosa è certa. Questa nuova normalità porta con sé un cambio di paradigma. Alcuni settori soffrono più di altri e forse faticheranno a ritrovare la loro normalità, altri invece hanno avuto un aumento impressionante di fatturato (Amazon + 280% per esempio).

Senza dimenticare che l’impatto ambientale sta influenzando sempre più il modo di fare azienda. I criteri ESG diventano sempre più importanti nella valutazione stessa dell’azienda. ESG sta per “Environmental, Social and Governance” (ambiente, sociale e governance) e significa che oggi la sostenibilità è sempre più importante nella valutazione finanziaria.

Tutto questo vuol dire che non si può più investire come ieri! Non solo gli strumenti, ma anche i settori sono cambiati. Chi si ferma è perduto come diceva Totò! Mai come oggi l’investitore deve massimizzare i suoi risparmi e diversificare gli investimenti verso nuovi orizzonti.

Poi ho un segreto, ma lo rivelo solo alle persone che mi seguono da tempo…

Metto tanti consigli nelle mie newsletter, sicuramente. Quindi vi invito ad approfondire leggendo l’archivio della mia NEWSLETTER iscrivendovi CLICCANDO QUI

Avere consapevolezza ed essere informati è importante per noi ma anche per il nostro Paese Italia: soldi ce ne sono ancora (soprattutto nei conti o “accantonamenti” privati, anche se a volte “impropri”); presto o tardi arriveranno altri fondi dalle azioni europee e allora come faremo a impiegarli, come investire in modo profittevole?

In finanza e per un’impresa, ma anche in molti altri ambiti: occorrono progetti!

È necessario “saper guardare lontano e affrontare finalmente le debolezze che qualche volta non vogliamo vedere” come ha scritto il dr. Tamburini su Il Sole 24 Ore il 30 maggio scorso.

Vi saluto con questa immagine:

“anche il vento più favorevole non basta
se non si conosce la direzione verso la quale si vuole andare.”

Dr.ssa Mara Sella

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