Dopo un ventennio in cui la globalizzazione ha dominato il sistema economico e finanziario, l’elezione di Trump alla Casa Bianca ha cambiato lo scenario negli ultimi anni. Nel contempo, l’Unione Europea sta vivendo uno dei suoi momenti più difficili a causa di Brexit. E nella gestione del potere globale si è fatta largo una nuova protagonista: la Cina. Si tratta di eventi scollegati oppure esiste un nesso tra di loro? Quali sono le cause? E le conseguenze?
Diventa sempre più concreto e comprensibile il tradizionale detto giapponese “Il battito d’ali d’una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo”.
Quali potranno essere gli scenari futuri per aziende e investitori? Per rispondere a questa domanda incontriamo il dott. Gabriele Pinosa, esperto di Economia dei Mercati e di Scenari Macroeconomici.

Certamente le GUERRE COMMERCIALI e le TENSIONI GEOPOLITICHE hanno cambiato gli SCENARI PER LE IMPRESE E GLI INVESTITORI.

Quali potranno essere gli scenari futuri per aziende e investitori? Per rispondere a questa domanda incontriamo il dott. Gabriele Pinosa, esperto di Economia dei Mercati e di Scenari Macroeconomici. Sarà nostro ospite a Vicenza il 12 novembre prossimo, per un nuovo salotto finanziario organizzato dalla dr.ssa Mara Sella:
“Guerre commerciali e tensioni geopolitiche – cambiamenti degli scenari di mercati per aziende e investitori”
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Guerre commerciali tensioni geopolitiche

Guerre commerciali tensioni geopolitiche

In attesa di incontrarlo abbiamo condiviso alcune riflessioni con il dr. Pinosa e lo abbiamo fatto partendo dalle politiche monetarie. Se nel 2017-2018 a fare la differenza sono state proprio le politiche monetarie internazionali, oggi il loro limite e il ritorno di rischi geopolitici fanno aumentare la volatilità degli strumenti finanziari.
Con questo scenario è facile essere portati a pensare che una crisi potrebbe sempre essere dietro l’angolo.
Confrontandoci con il dr. Pinosa, osserviamo come uno dei temi principali di quest’anno è il rallentamento dell’economia tedesca.

Un dato confermato dall’outlook autunnale degli esperti economici e finanziari tedeschi. Due volte all’anno, cinque dei più prestigiosi istituti economici tedeschi (il Diw di Berlino, l’Ifo di Monaco, l’Ifw di Kiel, l’Iwh di Lipsia e il Rwi di Essen) pubblicano un rapporto con le previsioni macroeconomiche. Questa analisi viene presa a riferimento per le previsioni del governo, anche sugli introiti fiscali. E per quest’anno i cinque istituti prevedono che il Pil tedesco crescerà dello 0,5% e non dello 0,8% come pronosticato il primavera, mentre l’anno prossimo si fermerà all’1,1% e non raggiungerà l’1,8%.

“La Germania è davanti a un bivio” conferma il dr. Pinosa: “accelerare le riforme di Eurolandia e far prendere alla politica fiscale il testimone della politica monetaria, oppure proseguire nelle politiche di austerity senza nessuna riforma sostanziale”
Stando al rapporto “L’industria tedesca è in recessione, la produzione sta rallentando da più di un anno e mezzo, un fattore questo che contribuisce decisamente alla debolezza congiunturale. Inoltre di recente, l’indebolimento dell’industria si sta trasmettendo anche al settore dei servizi”

Secondo l’articolo di Repubblica del 2 ottobre scorso “Tuttavia – e qui l’outlook autunnale è in linea con quanto sostenuto finora dal governo Merkel – non vediamo segnali di una crisi congiunturale e dunque neanche il bisogno di piani di stimolo. I motivi principali del rallentamento sono le tensioni commerciali tra Usa, Cina e Ue, ma anche l’incertezza sulla hard Brexit. La nebulosa, in particolare sulle future relazioni economiche tra Regno Unito e Ue, starebbe strozzando gli investimenti in tutto il mondo”

Il dr. Pinosa ci da una anticipazione. “Per comprendere come funziona il sistema economico e finanziario mondiale, faremo un salto nella storia, andando alla fine del secondo conflitto mondiale, quando gli Stati Uniti, con l’accordo di Bretton Wood, ridisegnarono il mondo dal punto di vista della governance monetaria, portando via via dei “superpoteri” al dollaro che divenne l’unica moneta con cui era possibile acquistare l’oro (e le altre materie prime).
Vedremo come la richiesta del 1971 di Francia e Regno Unito di convertire i dollari in oro portò Nixon a sospendere la convertibilità aurea, decretando di fatto l’inizio dell’era dei cambi flessibili.”

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Un’altra tappa fondamentale per l’economia fu il 1986, anno di costituzione del Wto (World Trade Organization – Organizzazione mondiale del Commercio) Iniziò così l’era della globalizzazione.

A fine 2011 la Cina fu ammessa al Wto senza rispettare le regole dell’economia di mercato, come fatto dalle altre nazioni. Questo provocò scompensi che danneggiarono gli Usa, il cui deficit commerciale nei confronti di Pechino esplose.

deficit commerciale usa

deficit commerciale usa

Forse così le politiche protezionistiche di Trump appaiono più chiare e sembrano andare proprio nella direzione di ridurre il deficit commerciale, anche se, sottolinea il dott. Pinosa, la vera ragione del neo-protezionismo americano è un’altra: «C’è in gioco la supremazia tecnologica per il controllo del mondo. Pensate solamente al 5G, comporta potere ed interessi inestimabili. Chi arriva prima con le nuove reti e chi fissa gli standard globali si garantirà un vantaggio competitivo che durerà decenni. E i due player in gioco sono proprio Usa e Cina»

Da parte sua la Cina sta spingendo anche un nuovo ambizioso progetto, chiamato “Nuova Via della Seta”, che si pone come obbiettivo lo sviluppo di una rete di collegamento, via mare e terra, tra la Cina e l’Europa, finalizzata al miglioramento dei rapporti di interscambio commerciale, come osservabile nella figura sotto riportata.

nuova via della seta

nuova via della seta

E’ un progetto della portata enorme, che coinvolge tre continenti, del valore di oltre 1.000 miliardi di dollari.

Questo progetto apre anche la possibilità per la Cina di investire acquisendo partecipazioni in società straniere. Motivo per cui, ad esempio, l’Europa sta valutando di costituire un ente di monitoraggio degli investimenti stranieri su società dell’Unione. Cinesi sicuramente ma anche statunitensi in prima linea, naturalmente.

In tutto questo fermento, si possono sviluppare nuove tensioni ma anche aprire spiragli e scenari di opportunità, con possibilità di realizzare nuovi progetti per gli imprenditori e per le aziende più attente ed impegnate, permettendo di rafforzare la propria presenza sui mercati esteri.

Su questo e su molto altro ancora rifletteremo assieme il 12 novembre prossimo, nel convegno con il dr. Pinosa organizzato dalla dr.ssa Sella Mara, in collaborazione con il dr. Roberto Zamparini, analizzando con attenzione particolare tutte le sfumature che riguardano gli investimenti.

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