È passato un anno dall’entrata in vigore del regolamento MiFID II voluto dall’Europa per tutelare gli investitori e i risparmiatori, attraverso maggiori trasparenza, adeguatezza ed educazione finanziaria. Non vorrei trarti in inganno con l’immagine qui sopra: non parleremo di strumenti nautici. Però MIFID è uno strumento che ci aiuta a valutare chi siamo e a indirizzare meglio le nostre scelte in ambito finanziario.
Dato che ciascuno di noi sta per ricevere i riepiloghi annuali dei propri investimenti, credo sia importante fare brevemente il punto su MIFID: Cosa è cambiato per gli investitori?

Come sempre, prima di iniziare la lettura, prenditi solo 8 minuti preziosi*

Dobbiamo ricordare innanzitutto, che la regolamentazione MiFID è iniziata oltre 10 anni fa con la prima versione MIFID I (MIFID è l’acronimo di Markets in Financial Instruments Directive – Direttiva sui Mercati degli Strumenti Finanziari)
Prima di arrivare alla MiFID2 sono passati molti scandali finanziari, per citare i più noti: la crisi finanziaria del 2008, le banche messe in risoluzione nel 2016, i crack di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. (senza citare i più recenti) Questi scandali hanno portato drammatiche perdite finanziarie (per miliardi di euro) a numerosi consumatori nel nostro Paese. A rimetterci sono stati soprattutto molti piccoli risparmiatori ed azionisti. Quello che è mancato nella maggior parte degli scandali finanziari è stata una adeguata comunicazione ed informazione.
Anche per questo, la nuova direttiva si pone come un aggiornamento ed un’evoluzione delle regole di comportamento e di tutela che erano state già fissate 10 anni fa dalla prima direttiva MiFID.

Vediamo prima di tutto quali sono gli strumenti finanziari oggetto del regolamento:

  1. Valori mobiliari: titoli di capitale (Azioni) o titoli di debito (Obbligazioni).
  2. Strumenti del mercato monetario: strumenti finanziari a breve termine fino a 18 mesi, oppure non oltre i 12 mesi, ad esempio i BOT.
  3. quote di Organismi di Investimento Collettivo (OICR): tipicamente quote di Fondi Comuni di Investimento e Sicav
  4. Strumenti finanziari derivati: contratti di opzione, contratti finanziari a termine («Future» e «Forward») e altri strumenti derivati, legati alle valute, a tassi di interesse, a quote di emissioni, a indici finanziari ecc.

Rimane escluso dalla regolamentazione MIFID2 il conto corrente che però non è uno strumento di investimento! Lo cito perchè, come abbiamo visto nel precedente articolo, è lo strumento sul quale (erroneamente dico io) si sono concentrati la maggior parte dei risparmi degli italiani nel 2018.

Quali sono i miglioramenti portati dalla MIFID2

Gli obiettivi del nuovo regolamento MIFID sono:
  • dare maggiore trasparenza e chiarezza sui costi di investimento
  • assicurare la corrispondenza tra da un lato il desiderio/le capacità di investimento e dall’altro i risultati/il profilo di rischio
  • attuare un maggiore controllo sui soggetti coinvolti negli investimenti finanziari

Chiarezza sui costi di investimento

Il presupposto è che i costi devono essere chiari, così come il loro peso sul rendimento atteso. La comunicazione dei costi, come accennavo prima, va aggiornata una volta l’anno, distinguendo in maniera chiara tra costo della consulenza e commissioni sui prodotti.
I costi devono essere indicati al cliente in modo aggregato, per rendere più chiaro ed immediato il peso degli stessi per l’investitore. Inoltre, le spese vanno indicate sia in percentuale, sia in valore assoluto.
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Investimenti su misura

Rispetto alla normativa precedente, MiFID II impone un’attenzione particolare su due punti:
  • la capacità del cliente di sostenere eventuali perdite
  • la sua tolleranza al rischio.
La valutazione di adeguatezza si basa proprio sulla profilazione del cliente, finalizzata a offrire servizi e strumenti finanziari in linea con le sue esigenze. Lo scopo della profilazione è aiutare il risparmiatore e l’intermediario finanziario a conoscere esattamente qual è la sua situazione finanziaria e quali gli obiettivi di investimento. Ecco perché è importante iniziare rispondendo con attenzione e sincerità alle domande del questionario. Però non è sufficiente, è solo lo strumento con cui iniziare.

Più controllo e trasparenza

Le autorità di vigilanza finanziaria (prima fra tutte l’ESMA, European Securities and Markets Authority -Autorità Europea dei Mercati Finanziari) potranno proibire o limitare la vendita di alcuni strumenti finanziari ritenuti legati a rischi potenziali eccessivi per gli investitori, o pericolosi per la stabilità finanziaria del sistema.
ESMA ha pubblicato delle Linee Guida indirizzate alle Autorità di Vigilanza nazionali con l’obiettivo di definire un quadro comune delle modalità e degli approcci con cui valutare il pubblico/cliente potenziale di un prodotto finanziario.
Una cosa molto interessante delle Linee Guida è che tra l’altro per la prima volta vengono considerare anche esigenze non strettamente finanziarie, tra cui l’attenzione agli “investimenti verdi” e agli “investimenti etici”.

Più valore alla consulenza

Partiamo da un dato di fatto fondamentale: la volontà di rafforzare il principio secondo cui l’intermediario deve agire nel miglior interesse del cliente (principio questo che in passato era completamente sconosciuto se non relegato ad un piano secondario!) garantendo allo stesso la più corretta informazione, regolando i potenziali conflitti di interesse e richiedendo un’adeguata profilatura dell’investitore.

Le logiche dell’innalzamento della qualità e della difesa del consumatore, richiamate con la direttiva europea, hanno portato ad una maggiore attenzione per una formazione, certificata e qualificata, che ogni consulente deve avere. Questo è stato sancito da MIFID II con l’art. 25 comma 1: “gli Stati membri prescrivono alle imprese d’investimento di garantire e dimostrare alle autorità competenti che le persone fisiche che forniscono consulenza alla clientela in materia di investimenti o informazioni su strumenti finanziari, servizi d’investimento o servizi accessori per conto dell’impresa d’investimento sono in possesso delle conoscenze e competenze necessarie ad adempiere ai loro obblighi”.

Per la consulenza oggi sono previste due tipologie alternative: la consulenza su base indipendente e quella su base non indipendente. L’istituto e l’intermediatore hanno l’obbligo di informare il proprio cliente riguardo al tipo di consulenza prestata.

La consulenza indipendente, significa principalmente che il consulente deve proporre alla propria clientela una gamma di prodotti finanziari disponibili sul mercato, sufficientemente diversificati in termini di tipologia ed emittenti: quindi non solo prodotti di “un” emittente o di “un” produttore. La consulenza indipendente è anche caratterizzata dal fatto che la remunerazione del servizio può avvenire solo attraverso il pagamento di commissioni o di un compenso da parte del cliente.

Tutta l’attenzione generata dall’introduzione della MIFID II, a mio giudizio dovrebbe portare al passaggio virtuoso da una logica di prodotto a una logica di Servizio. Dove è importante soprattutto il modo in cui viene offerta la consulenza e quanto essa è supportata da formazione continua e capacità professionali.

Quando ho bisogno di cure, mi rivolgo al migliore medico; quando ho bisogno di tutela legale cerco il migliore avvocato e così via per le altre professioni. Ecco perchè per trovare risposta alle proprie esigenze personali, familiari e imprenditoriali, in materia di gestione e tutela del patrimonio, mi rivolgerò ad un consulente finanziario serio e preparato.

Come per tutti i progetti, anche per quelli di pianificazione finanziaria, l’importante è domandarsi dove desideriamo arrivare, cosa vogliamo ottenere e scegliere con cura da chi farci aiutare.

Buoni consulenti e, nello specifico, buoni consulenti finanziari, ci sono sempre stati. I buoni consulenti li riconosci da tre cose:

  • Prima di dirti cosa fare, ti ascoltano e fanno domande per conoscere bene te e le tue esigenze – confrontarti con sincerità con qualcuno ti aiuta a conoscerti meglio
  • non ti parlano mai di guadagni prima di aver valutato bene le aspettative, le esigenze e le tue personali caratteristiche di risparmiatore e investitore – per raggiungere gli obiettivi servono gli strumenti giusti
  • quando ti spiegano le possibili soluzioni per le tue esigenze, non dimenticano mai di ripetere gli aspetti importanti o i rischi e ti chiedono di nuovo per capire se tutto è chiaro – solo quando è tutto chiaro puoi scegliere quello che è meglio
Ovviamente il tuo consulente avrà i titoli e le autorizzazioni per farlo, ma soprattutto saprà restare sempre aggiornato con corsi di specializzazione e di certificazione.

In ogni caso, il titolo non basta: quel che conta di più è sempre la persona.

 

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dott.ssa Mara Sella

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