Il Covid non ha ancora smesso di far paura e ci ritroviamo con un’altra castagna sul fuoco: la guerra in Ucraina. I mercati fluttuano selvaggiamente e sembrano reagire in modo isterico ad ogni messaggio che arriva dall’est. Così anche il nostro portafoglio.

Il mal di pancia della borsa diventa contagioso e noi investitori diventiamo giustamente ansiosi.
Cosa succede? Cosa è meglio fare? Affermare che la risposta a queste domande sta nella consapevolezza è vero… ma troppo astratto come concetto per poterlo abbracciare nei momenti di tensione. Dobbiamo quindi calmarci e prendere una “camomilla”

I TRE INGREDIENTI DELLA CAMOMILLA

EMOZIONI – La prima cosa da fare è chiamare il consulente che ha il compito di tenervi a mente lucida e smorzare quelle emozioni che, se seguite d’impulso, porterebbero a errori grossolani.

STORIA – Secondo step essenziale è quello di dare uno sguardo al passato. Perché la storia si ripete e conoscerla ci permette di allargare il nostro orizzonte temporale. Guardare lontano con una visuale più ampia cambia lo scenario e la prospettiva delle cose.

METODO – Terzo passo: avere metodo e rimanere fedeli ai propri obiettivi. Abbiamo scelto degli strumenti di investimento finalizzati al raggiungimento dei nostri sogni, non possiamo continuamente rimetterli in discussione perché è come quando si progetta una casa: si possono fare delle modifiche, ma non possiamo rifarla in continuazione altrimenti perderemo soldi e non arriveremo mai alla fine.

 

Mentre sorseggi la camomilla ti spiego perché funziona.

 

EMOZIONI

Perché storicamente i maggiori afflussi di denaro sulle Borse si registrano vicino ai massimi storici e le maggiori vendite in prossimità dei minimi?
 Compriamo caro e vendiamo al minimo. Non si dovrebbe fare il contrario? Di mezzo ci sono le nostre emozioni.

Conosci i principali tranelli
1° TRANELLO – Eccesso di ottimismo: quando le borse salgono e non si sbaglia un colpo ci si sente invincibili. Difficile vendere e realizzare i guadagni e così accade che si arriva al crollo improvviso di borsa un po’ troppo carichi di azioni. “VENDI E PENTITI” dice un vecchio proverbio.

2° TRANELLO – Effetto gregge: quando comincia il “fuggi fuggi” durante il crollo, per la mancanza di un chiaro piano di investimento, è facile avere la tentazione di voler seguire la massa. IN CASO DI VOLATILITÀ MEGLIO STARE FERMI. Sarebbe come saltare da un treno in corsa.

3° TRANELLO – Avversione alle perdite: se non ci si controlla e si vende ai minimi, la perdita pesa come un macigno nei nostri ricordi e non ci permette di comprare a prezzi interessanti.

 

Ecco svelato il mistero! Quando tutto va bene ci sembra tutto prevedibile, facile, possibile. Non ci sembra immaginabile che possa cambiare. Pensiamo di riuscire a fare tutto da soli. Quando poi il vento cambia, la nostra razionalità svanisce. Le perdite fanno troppo male e non ci fanno ragionare. Non ci fidiamo più di nulla, nemmeno di noi stessi e perdiamo le vere occasioni di guadagno. Facile a dirsi, difficile a farsi.
Meglio bere una camomilla con il proprio consulente: per gestire il denaro occorre professionalità ed esperienza.


LA STORIA

Le guerre ci sono sempre state e purtroppo ci saranno sempre (in questo momento ce ne sono più 50 nel mondo)

Era il 1932 ed Einstein scriveva: “Caro sig. Freud, c’è un modo per liberare gli uomini dalla fatalità della guerra?” Freud rispondeva che era difficile perché fa parte dell’istinto di sopravvivenza: l’essere vivente protegge la propria vita distruggendone un’altra.

Ma torniamo ai numeri…
Il più grande calo storico dovuto alla guerra è stato con l’ingresso della Germania nazista in Cecoslovacchia nel 1939 e l’attacco alla Francia nel 1940. La borsa americana scese rispettivamente del 20,5% e del 25,8% nei successivi 22 giorni di negoziazione. Un anno dopo il calo era stato praticamente recuperato.

Pearl Harbor portò un calo del 11% in un solo giorno e, nonostante varie turbolenze, la borsa americana un anno dopo era cresciuta del 15,3%.

Questi solo alcuni esempi per dire che la guerra provoca crolli improvvisi e anche profondi, ma generalmente la ripresa è relativamente solida e prevedibile.

 

Per quanto concerne oggi, il motivo per cui le attuali tensioni geopolitiche creano così tanta volatilità nei mercati è perché la minaccia di un conflitto armato coincide e si somma con la paura di inflazione.
Un timore così forte non si avvertiva dalla Seconda guerra mondiale. Il conflitto armato non avrà un impatto di lungo termine sull’andamento delle Borse. Piuttosto a guidare la turbolenza saranno le decisioni della FED sui tassi e l’andamento dell’inflazione. In sostanza la volatilità è arrivata non tanto a causa della guerra in Ucraina, ma per la combinazione di una situazione già delicata in termini di tassi di interesse e di inflazione.
Insomma un mix non da poco.

 

METODO

Warren Buffet afferma che: “Bisogna essere timorosi quando gli altri sono avidi e avidi quando gli altri sono timorosi” perché è essenziale guardare alle fluttuazioni del mercato come un vostro amico piuttosto che come una minaccia: “traete profitto dalla follia piuttosto che parteciparvi”

Cercando sempre di rendere meno astratto il concetto di CONSAPEVOLEZZA partiamo da un fatto reale.

Moneyfarm ha fatto una ricerca su 11.565 clienti analizzando le performance di investimento dal gennaio 2019 a settembre 2021 dividendo gli investitori in 3 categorie:

• ZITTI E BUONI: i risparmiatori che sono rimasti fedeli al proprio piano di investimento e hanno anche provato a sfruttare i prezzi in saldo per entrare con nuove risorse.

• FACCIO IO: i clienti che hanno provato a battere il mercato cercando di vendere prima della fase più negativa e rientrare in un momento migliore.

• PRENDI I SOLDI E SCAPPA: quelli che non hanno resistito e hanno venduto lasciando poi i soldi in conto

Concretamente a novembre del 2021 gli investitori ZITTI E BUONI hanno ottenuto un rendimento medio di quasi il 15%, i clienti FACCIO IO intorno al 9%, mentre gli ultimi hanno salvato un rendimento medio in uscita del 3% circa.

ECCO PERCHE’ CONVIENE RIMANERE INVESTITI

Conviene tenere gli investimenti non in base a teorie astratte, bensì in base a dati effettivi. La strategia peggiore è senza dubbio quella di uscire dal mercato, perché non ci consente di sfruttare il rimbalzo dei mesi successivi a quelli del crollo.

Scelta lungimirante quella di rimanere fermi e investiti perché anche il tentativo di individuare il tempo e il momento giusto per capitalizzare prima sui profitti passati e indovinare il momento giusto per rientrare è molto complesso.

Voi mi direte: “Del doman non c’è certezza”. Ma la storia e i fatti ci servono a ricordare che nei momenti di volatilità e forte incertezza come questo l’antidoto è sempre quello di avere un piano finanziario, un obiettivo, conoscere il proprio profilo di rischio in anticipo, e soprattutto farsi affiancare da una consulenza professionale che ci aiuti a gestire al meglio tutto questo.

 

Ti senti un po’ meglio? La camomilla ha funzionato.
Adesso respira, prendi il telefono e chiamami, così verifichiamo assieme il metodo da seguire nei prossimi mesi.

 

Nella prossima newsletter ti svelerò il metodo per gestire questi momenti di estrema volatilità