Quando si parla di donazione, spesso si crede che la cointestazione dei conti correnti, o peggio ancora, il trasferimento tra conti correnti senza altri atti formali, siano regolari.

Niente di più sbagliato.

È sbagliato dal punto di vista fiscale, perchè anche sotto la franchigia di un milione di euro si deve procedere alla registrazione dell’atto di donazione e versare le altre imposte e i tributi fissi.
È sbagliato dal punto di vista giuridico, poiché la donazione per essere valida richiede un atto pubblico con presenza di testimoni, (escludendo le donazioni di modico valore, perchè in genere nei casi di successione non si rientra in tali casi).
Concentrandoci sugli aspetti giuridici, in mancanza di un atto pubblico si concretizza il difetto di forma e la donazione risulta nulla.
Questo significa in primis che il donante stesso potrebbe richiedere la restituzione di quanto donato, perchè il denaro donato senza il presupposto dell’atto pubblico rimane parte del patrimonio del donante. Per lo stesso motivo in caso di successione, il patrimonio donato senza atto pubblico, seguirà la linea di successione e spetterà pertanto agli eredi legittimi o testamentari.
Concludendo, donare somme di denaro in modo non corretto espone a conseguenze che possono essere anche molto gravi.
Infatti ci si espone ad accertamenti per evasione fiscale e gli effetti del passaggio restano alquanto incerti, in balia di eredi legittimi o ritenibili tali. Vale la pena ricordare che i temi delle successioni sono quelli che generano il maggior numero di casi giuridici in Italia.