Per ferie o per “salvare” i capitali, sembra che tutti parlino di convenienza estera. Ma è davvero così?

Molti mi chiedono se è rischioso, o se comunque conviene, tenere i propri risparmi in liquidità sul conto corrente con la situazione attuale di Spread abbastanza alto. Alcuni mi dicono di aver sentito in giro che conviene portare i capitali all’estero.

Premesso che, come ripeto spesso, non è conveniente tenere troppi (se non tutti) i risparmi sul conto corrente, è sbagliato però anche pensare che portare una parte dei propri capitali all’estero sia una forma di protezione.

Da maggio 2018, complice l’innalzamento dello Spread, causato dall’incertezza politica ed economica in Italia, le voci e la tendenza a portare capitali all’estero sono aumentate.

Ma… chi pensa di portare i propri capitali “oltre frontiera” deve considerare che da un lato può essere una forma di protezione abbastanza efficace se si intende fuggire dal “rischio del sistema Italia”, dall’altro lato non è sempre conveniente dal punto di vista fiscale e dei costi.

Investire all’estero

Chi investe in un altro Paese, all’inizio deve sostenere una doppia imposizione fiscale. In pratica pagherà le imposte dovute su interessi e dividendi sia in Italia sia nel Paese di trasferimento dei capitali. Certo esistono le convenzioni e i trattati che tutelano i capitali dalle doppie imposizioni e per questo in un secondo momento, le imposte versate nel Paese estero verranno rimborsate o portate a credito d’imposta.

Quali sono le alternative potenziali

1. Se si pensa di aprire semplicemente un conto all’estero…

…per spostare liquidità, bisogna tenere presente che le commissioni di gestione bancaria sono mediamente più care di quelle italiane. Anche le spese di tenuta dei conti sono generalmente più alte.

Inoltre se un investitore fosse spaventato dal rischio dell’effetto “Bail in” in caso di collasso di una banca, va ricordato che la norma italiana deriva dal recepimento della direttiva europea e quindi i suoi capitali non sarebbero più sicuri in una qualunque altra banca europea.

2. Esistono le cassette di sicurezza

Restando nell’ambito bancario, esistono le cassette di sicurezza, è vero. Non vanno però considerate un vero investimento, essendo per loro natura un semplice “contenitore”. Non presentano rischi ma hanno costi di tenuta annua, a volte elevate, e ovviamente per l’apertura è richiesta sempre la tua presenza fisica. In Italia, inoltre, se apri molte volte una cassetta di sicurezza vieni segnalato al Fisco in base alla legge anti riciclaggio.

3. Valute straniere

Un’altra possibilità è quella di acquistare valute straniere. Bisogna tenere in considerazione che questo è un terreno insidioso: il continuo cambiamento degli scenari economici e politici internazionali degli ultimi anni ha comportato anche una diffusa incertezza, con conseguente scarsa stabilità del mercato valutario. Per fare un esempio vicino… hai sentito cosa sta accadendo in questi giorni alla lira turca?

4. Acquistare oro

C’è poi l’alternativa offerta dall’acquisto di oro. Qui siamo al sicuro, se il timore è rappresentato dal citato rischio di “Bail-in”. Non è detto però che sia conveniente perché vanno valutati i costi di custodia in banca. In ogni caso, bisogna fare attenzione alla provenienza certificata, per evitare brutte sorprese in futuro. Solo i lingotti d’oro dei mercati regolamentati sono sottoposti a verifica per la certificazione del peso, del grado di raffinatura e sono soggetti alla tracciatura di ogni spostamento. In questo modo viene garantito il valore futuro in caso di vendita.

5. Risparmio gestito in fondi

Sicuramente anche il risparmio gestito in fondi, polizze Index e Unit linked, Etf, offre strumenti con una buona garanzia. Vale la pena di cercarli all’estero con l’incognita di regolamenti e normative tutti da studiare, quando esistono in Italia pari strumenti?

6. Investimenti immobiliari

Un’altra via verso l’estero sono gli investimenti immobiliari. In genere acquistare immobili all’estero è abbastanza sicuro. Però bisogna considerare i rischi di valuta se l’acquisto è fatto fori dall’area euro. Soprattutto occorre valutare le imposizioni fiscali sia del Paese dove si intendono acquistare immobili, sia quelle italiane.

Veniamo ora agli investimenti più incerti…

7. Capitali in paradisi fiscali

“Mettiamo i tuo soldi al sicuro in un paradiso fiscale, all’oscuro del Fisco italiano”. Oramai diventa sempre più difficile ed è risaputo che non conviene puntare su capitali clandestini. Gli strumenti di controllo dell’evasione fiscale sono diventati molto precisi. Senza contare che molte volte “il mediatore” disposto a portare clandestinamente all’estero i capitali, si è dimostrato un soggetto poco raccomandabile, capace di far sparire i capitali che gli erano stati affidati, difficilmente reclamabili dal proprietario per ovvi e inconfessabili motivi.

Di recente sono stati pubblicati vari articoli e alcuni approfondimenti sui nuovi strumenti di accertamento e sugli ultimi casi di lotta ai capitali clandestini all’estero.
Vi ricordo ad esempio:

8. Criptovalute

A chi è più tecnologico, lo scenario delle criptovalute può apparire molto interessante. Anche in questo caso ci sono parecchi rischi, come abbiamo avuto modo di approfondire nel salotto finanziario Bitcoin: bolla finanziaria o nuova frontiera di signoraggio? con il dott. Gabriele Pinosa. Innanzitutto di tipo normativo e fiscale. Il disorientamento infatti è molto, divisi tra chi, come il Fisco, ritiene le criptovalute assimilabili a valute estere e chi, addirittura, riportando le origini del termine tecnologico “mining”, usato per indicare l’ “estrazione” della chiave criptata di protezione, considera le criptovalute delle risorse (al pari di diamanti e altri minerali) auspicando interpretazioni e adeguamenti normativi. Quel che è certo è il rischio a cui si espone l’investitore, perchè non esiste alcuna forma di garanzia dei suoi capitali, che possono essere quindi soggetti a frodi. Senza contare che molte delle società emittenti o che offrono servizio di “cambio” con le piattaforme dette “Exchange”, non sono riconducibili a società reali o capitalizzate.

Quindi ha senso Investire all’estero?

Potrebbe avere senso certamente. Ma non esporti al rischio del “fai date”. Sicuramente è meglio rivolgersi a un consulente.

Personalmente considero il risparmio gestito come Fondi e Polizze una buona alternativa, perchè non hanno rischio emittente in quanto il patrimonio è separato.

Insomma, non c’è ricetta, la soluzione dipende dalla tua situazione personale che va analizzata con attenzione.

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