I Bitcoin sono in assoluto i protagonisti delle cronache finanziarie da un anno a questa parte; molti di noi hanno avuto le proprie caselle e-mail invase da messaggi dal tono entusiastico che promettevano guadagni facili in poco tempo. Ma cosa sono i Bitcoin?

Il 15 maggio, con il convegno “Bitcoin: bolla finanziaria o nuova frontiera di signoraggio?” il secondo appuntamento di Educazione Finanziaria organizzato dalla dott.ssa Mara Sella nel suo percorso “Salotti Finanziari Academy”, si cercherà di sfatare miti e di chiarire le idee sulla nuova moneta Bitcoin e sulle altre criptovalute, immateriali ed “universali”.
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Ha guidato il convegno il dott. Gabriele Pinosa, consulente finanziario presso la Go Spa Consulting e formatore di fama nazionale.

Dott. Pinosa, il Bitcoin è fortemente attuale, su cosa si basa e a cosa deve il suo successo?

«Prendo spunto da un articolo dell’Economist del 1988: veniva prospettato che trent’anni dopo, ovvero oggi, ci sarebbe stata una moneta universale. Quasi una profezia. Di solito l’emissione di una moneta è compito di una Banca Centrale. Il Bitcoin invece si può “estrarre”, il processo è assolutamente decentralizzato e si basa su una serie di calcoli complessi. Questo processo si chiama “Mining” ed è una operazione che richiede server con capacità di elaborazione molto elevate. Ma c’è di più. Il Bitcoin ha un valore massimo – sottolinea Pinosa -, diversamente dalle valute tradizionali. Una quantità finita di circa 21 milioni di unità emettibili, che saranno tutte in commercio tra 32 anni secondo il piano di immissione sul mercato del suo ideatore. Altra cosa importante, ogni transizione è identificabile attraverso un registro o “log”, il BlockChain, che punta all’assoluta tracciabilità. Contrariamente a quanto molti pensano infatti è possibile riconoscere da dove provengono i Bitcoin di una transizione risalendo fino alla prima emissione. Questo sistema consente a tutti coloro che partecipano al sistema distribuito di poter risalire alle informazioni sulle transizioni e di validarle»

Dott. Pinosa, come è possibile “materializzare” le criptovalute per utilizzarle nell’economia reale?

«Il valore di un Bitcoin utilizza come elemento di paragone delle monete “fisiche”. Per acquistare o vendere Bitcoin o altre criptovalute, bisogna avvalersi di una piattaforma, chiamata Exchange, il cui ruolo è di far incontrare la domanda e l’offerta. Esistono moltissime Exchange e ci sono tanti mercati dove scambiare criptovalute, da qui deriva anche la volatilità dei Bitcoin. Il valore della valuta è influenzato anche dalla credibilità dell’Exchange utilizzato, la solvibilità di queste piattaforme è fondamentale perchè la transizione da criptovalute a monete reali sia efficace.»
In Italia la definizione di valuta virtuale si trova nel d.lgs. n 90/2017 che ha inserito nel testo unico antiriciclaggio (art. 1, comma 2, lett. qq, d.lgs. n. 231/2007) questo concetto:
è «la rappresentazione digitale di valore, non emessa da una banca centrale o da un’autorità pubblica, non necessariamente collegata a una valuta avente corso legale, utilizzata come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi e trasferita, archiviata e negoziata elettronicamente»

Quali sono i rischi di un’investimento in Bitcoin?

«L’alta volatilità, l’assenza di garanzie sull’affidabilità di un Exchange, ma soprattutto l’assenza di tutela legale in caso di frode. Molti Stati del mondo si stanno attrezzando per “difendersi” o per gestire le monete virtuali: la Russia sta creando un “criptorublo”, Olanda e Danimarca sperimenteranno assieme una criptovaluta, anche il Giappone sta pensando a una propria criptovaluta, stesso discorso per la Corea del Nord. La Corea del Sud intende bloccare gli Exchange locali, mentre la maggior parte delle Nazioni aderenti al G20, tra cui Germania e Francia, presenteranno una proposta di regolamento delle criptovalute a luglio 2018»
Una cosa è sicura, il Bitcoin divide, in tutti i sensi. Come emerso al termine dei lavori del G20 a marzo scorso “i crypto-asset sollevano problematiche relative al rispetto del consumatore, alla protezione dell’investitore, all’integrità del mercato, all’evasione fiscale, al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo.”
In ogni caso, se non di nuove regole, avremo bisogno di una rimodernizzazione e di una armonizzazione delle vecchie regole.

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Fonti: alcuni passi dell’intervista sono tratti da PiacenzaOnLine del 24/01/2018 a cura di Emanuele Maffi. I riferimenti normativi sono tratti dagli atti del Convegno annuale “BITGENERATION Criptovalute tra tecnologia, legalità e libertà”, Fondazione Cav. Lav. Carlo Pesenti e Fondazione Corriere della Sera, Milano, 15 marzo 2018